Direttiva CSRD e bilancio di sostenibilità: perché è importante e che impatto avrà sugli acquisti aziendaliArticolo di approfondimento ● 14 maggio 2024
La sostenibilità non è soltanto un ideale da perseguire, ma è sempre più una componente essenziale del quadro legislativo europeo. Il traguardo da raggiungere è molto ambizioso: rendere l’Unione Europea il traino per il resto del mondo e conseguire la neutralità climatica entro il 2050.
Tra le Direttive in materia di sostenibilità con l’impatto più tangibile per le aziende italiane, la Corporate Sustainability Reporting Directive (CSRD, Direttiva UE 2022/2464) è quella con l’implementazione più a breve scadenza. Dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale Europea, avvenuta il 16 dicembre 2022, e l’entrata in vigore il 5 gennaio 2023, l’Italia ha avuto a disposizione un periodo di 18 mesi per trasporre la Direttiva nella propria legislazione nazionale, che scadrà a luglio 2024.
La CSRD istituisce l’obbligo per le aziende di redigere il Bilancio di sostenibilità, attraverso un processo di implementazione per gradi, che coinvolgerà nella fase iniziale le realtà societarie più grandi e strutturate:
- Quali sono gli adempimenti per le aziende istituiti con la CSRD e quando entreranno in vigore in Italia
- In che cosa consiste il Bilancio di sostenibilità e quali tipologie di aziende sono tenute a redigerlo
- Perché i criteri ESG sono determinanti nella scelta dei fornitori e come misurarli utilizzando la soluzione Supplier Management di Online Procurement
Direttiva CSRD, cos’è e quali sono gli adempimenti per le aziende
La CSRD, acronimo di Corporate Sustainability Reporting Directive, è una normativa UE che impone alle imprese europee, incluse le filiali UE qualificate di società non europee, di rendere pubblico il proprio impatto sociale e ambientale, nonché l’effetto delle proprie azioni relative all’ambiente, alla sfera sociale e alla governance (ESG) sul proprio business.
La CSRD espande significativamente la portata, la divulgazione e i requisiti di rendicontazione in materia di sostenibilità rispetto alla precedente Direttiva UE 2014/95 NFRD (Non-Financial Reporting Directive). Attualmente circa 11.700 aziende in tutta Europa redigono la Dichiarazione non finanziaria (DNF) prevista dalla NFRD, mentre con la nuova CSRD la platea di aziende si allargherà a circa 50.000, di cui 6.000 in Italia.
L’obiettivo della CSRD è quello di rendere più trasparenti e accessibili le informazioni in materia di sostenibilità ambientale per gli investitori e per i consumatori, permettendo loro di prendere decisioni più informate.
L’adempimento cardine per conformare la propria azienda alla CSRD è il Bilancio di sostenibilità, un documento informativo basato su standard di rendicontazione non finanziaria. Al momento, i più diffusi sono i cosiddetti standard GRI (Global Reporting Initiative); tuttavia, nel del dicembre 2023 l’UE ha pubblicato in GUUE gli European Sustainability Reporting Standards sviluppati dall’EFRAG, che costituiranno il quadro di riferimento per le aziende soggette all’adempimento.
Bilancio di sostenibilità, chi ha l’obbligo di redigerlo e con quali scadenze
Nella fase iniziale di attuazione della Direttiva CSRD, il Bilancio di sostenibilità sarà obbligatorio per le grandi imprese a cui la precedente Direttiva UE raccomandava di pubblicare la Dichiarazione non finanziaria; la NFRD non prevedeva infatti obblighi di pubblicazione.
Nello specifico, saranno interessati dall’obbligo di pubblicazione del Bilancio di sostenibilità nel 2025 sui dati del 2024:
- Gli enti di interesse pubblico indipendentemente dalle dimensioni, come le banche e le assicurazioni
- Le aziende quotate in borsa con almeno 500 dipendenti e che rispondano a uno dei seguenti requisiti: ricavi netti superiori a 40 milioni euro o attivo di stato patrimoniale superiore a 20 milioni euro
Le tappe del Bilancio di sostenibilità per aziende e PMI
Il calendario di implementazione proseguirà in questo modo:
Obbligo di pubblicazione 2026 (sui dati 2025) – aziende con un numero medio annuo di dipendenti pari a 250, 40 milioni di euro di fatturato netto e 20 milioni di euro di totale attivo.
Obbligo di pubblicazione 2027 (sui dati 2026) – PMI quotate, che rispondano ad almeno due dei seguenti requisiti: organico medio annuo pari o superiore a 50 dipendenti, 8 milioni di euro di fatturato netto e 4 milioni di euro di totale attivo.
La Direttiva sarà l’impulso per i soggetti interessati a riconsiderare i processi interni e i metodi di gestione dei dati, con conseguenti costi che saranno distribuiti nel tempo. Tuttavia, la preparazione del Bilancio di sostenibilità incoraggerà le imprese a esaminare in profondità la loro gestione aziendale, offrendo l’opportunità di rivedere il proprio modello di business e la propria gestione del procurement in una prospettiva più sostenibile e innovativa.
I fornitori come motore del cambiamento: come implementare le valutazioni ESG nei processi di acquisto
Monitorare il rispetto dei criteri ESG dei fornitori è cruciale per allinearsi alla Direttiva CSRD e garantire un Bilancio di sostenibilità solido. Tale operazione ha un impatto diretto sui processi di procurement aziendali, poiché, oltre a garantire la conformità alle disposizioni della Direttiva, contribuisce a mitigare rischi reputazionali e legali, migliorare l’efficienza operativa e promuovere l’innovazione.
Con il software Online Procurement, dotato di avanzati strumenti di vendor rating, le aziende possono valutare in modo efficiente e accurato le performance dei fornitori, garantendo un approvvigionamento responsabile e sostenibile.
Grazie a Online Procurement, sia le PMI che le grandi aziende avranno la soluzione giusta per:
- Tracciare e analizzare le prestazioni dei fornitori in ordine cronologico sulla base di criteri oggettivi, corrispondenti alle esigenze aziendali, sia in fase di qualifica che di esecuzione del contratto
- Affidarsi alle valutazioni e rating di sostenibilità ESG riconosciuti a livello internazionale, tramite l’interfacciamento con provider terzi come Synesgy ed Ecovadis
- Raccogliere efficacemente le informazioni da inserire nel Bilancio di sostenibilità grazie a una panoramica a 360° dei fornitori, sempre accessibile e archiviata digitalmente, che include anagrafica, certificazioni, comunicazioni, storico degli ordini e delle valutazioni